dimanche 4 janvier 2009

Muswell Hill

La mia casa di Londra è in realtà una stanza perchè ancora non ho i soldi necessari all'acquisto di una casa.
La mia stanza si affaccia sul primo piano di un edificio che al pianterreno si nutre della fauna locale: pachistani, neri impomatati, bianchi cadaverici, fighette del quartiere che scommettono sul prossimo gol di Gerrard o sul cavallo più veloce o sul cricket. Bello sport di merda. Loschi figuri e brutti ceffi, inoffensivi fino a prova contraria. Dalla finestra vedo quello che approssimando è un indiano che frigge pollo, costolette e altro cibo, talmente unto che ci puoi vedere attraverso come fosse un vetro.
L'istigazione a delinquere invece è il negozio che vende SOLO alcol. E' l'unico della via e guardacaso lo vedo dalla stanza della mia casa di Londra.
Pago abbastanza di affitto ma il portoncino d'ingresso potrebbe tranquillamente cedere sotto le grinfie di un malintenzionato con una spallata ben assestata, senza neanche correre il rischio di far troppo rumore. Ironia della sorte la serratura è malconcia e la chiave si blocca, tanto che la voglia di assestare una pedata spesso è incontenibile. E sono qui solo da ieri. Però la mia stanza non è male, mi piace, se non fosse per la vetrata enorme sottilissima, ovviamente senza serrande, che rende i risvegli luminosi come fossi al Colosseo. La vetrata è enorme relativamente alla parete della mia camera, al contrario molto piccola. Il termosifone inoltre è attaccato al muro dove si appoggia pure il letto e ieri notte mi è capitato di svegliarmi: il ginocchio a contatto col metallo rovente da chissà quanto tempo iniziava a staccarsi dal femore per formare la testa di una torcia, con lo stinco a fare la parte del legno.
A parte questo mi piace la mia stanza nella casa di Londra.