jeudi 9 juillet 2009

RIP

Montreal - http://www.youtube.com/watch?v=xYVi_6KZyTs

London - http://www.youtube.com/watch?v=Q9s_r7UspQU

Johannesburg - http://www.youtube.com/watch?v=XybP229ovuI

Taipei - http://www.youtube.com/watch?v=LDBEUh-1T4U&feature=related

Kaohsiung (Taiwan) - http://www.youtube.com/watch?v=PbYm7DIRxLE

Stoccolma - http://www.youtube.com/watch?v=je1KOcBYGjM

Helsingborg - http://www.youtube.com/watch?v=ks3eBXbhE-o

Harlem - http://www.youtube.com/watch?v=phSKut9B3g4

Hollywood - http://www.youtube.com/watch?v=T6T3l93YnNE

Copacabana - http://www.youtube.com/watch?v=nuTgnKq6Iq0

Thailandia - http://www.youtube.com/watch?v=9UYle0c3w60

Brasile - http://www.youtube.com/watch?v=yvP8jSKedWs&feature=related

Paris - http://www.youtube.com/watch?v=Tt5HOE3hOOc
http://www.dailymotion.com/user/abcd123456789/video/x9sz0f_king-of-pop-hommage-a-mjackson-sous_music

Paris - http://www.youtube.com/watch?v=T-G5c2qxwlY

Berlino - http://www.youtube.com/watch?v=707KFtoCHbY

Tubingen - http://www.youtube.com/watch?v=TJYpoZ9dhHk

Tokyo - http://www.youtube.com/watch?v=crVuvf6TJPM

Tokyo - http://www.youtube.com/watch?v=zvl8AdYdjXE

Copenhagen - http://www.youtube.com/watch?v=LgLYtLbvpT8

Sanwi Kingdom (Ivory Coast) - http://www.youtube.com/watch?v=3608c9neb7c&feature=channel

Oslo - http://www.youtube.com/watch?v=yfmCtH34Ao0

Roma - http://www.youtube.com/watch?v=ICYxNUIACOs

San Francisco - http://www.youtube.com/watch?v=5CpL-tVOmao

Seattle - http://www.youtube.com/watch?v=I-zAv3V0dhk

Madrid - http://www.youtube.com/watch?v=Fn7j6IQe0SA&feature=fvw

Mosca - http://www.youtube.com/watch?v=mHHl6EjzQzY

San Pietroburgo - http://www.youtube.com/watch?v=TJYpoZ9dhHk

Malesia - http://www.youtube.com/watch?v=ekjnmnz7dAU

Filippine - http://www.youtube.com/watch?v=OK25cfzdTTg&feature=related

Brussels - http://www.youtube.com/watch?v=LcsaSfQZfqQ

Amsterdam - http://www.youtube.com/watch?v=SAYzxnnji7E

Bucarest - http://www.youtube.com/watch?v=fGUvLbHi5tA&feature=PlayList&p=66423D857333CA12&playnext=1&playnext_from=PL&index=32

Bucarest - http://www.youtube.com/watch?v=e9SKA5znys4

Budapest - http://www.youtube.com/watch?v=LxJmf4_l4MY

Vienna - http://www.youtube.com/watch?v=VQJExzuX4Tw&feature=related

Vienna - http://www.youtube.com/watch?v=VQJExzuX4Tw&feature=PlayList&p=57F2ADD6D56CEFA6&playnext=1&playnext_from=PL&index=17

Varsavia - http://www.youtube.com/watch?v=Hilvkm7ROwE

Sidney - http://www.youtube.com/watch?v=4mvQsWdipSI

Tilburg (Olanda) - http://www.youtube.com/watch?v=1A7KfhZCH5E&feature=PlayList&p=AEE80F0F98B77A71&playnext=1&playnext_from=PL&index=17

Zurigo - http://www.youtube.com/watch?v=i2neI30h6KY

Buenos Aires - http://www.youtube.com/watch?v=r31oQaMQh1Q

Citta' del Messico - http://www.youtube.com/watch?v=QN86yGXbwCw

Guadalajara - http://www.youtube.com/watch?v=uKHQofmvtPQ&feature=related

Lima - http://www.youtube.com/watch?v=RQM3MC6GPpg

Maracana, Rio - http://www.youtube.com/watch?v=FFK24MY1WwU

Algeri - http://www.youtube.com/watch?v=nScG6arjInQ&feature=related

Pechino - http://www.youtube.com/watch?v=ntQ2GZDxnCo

Pechino - http://www.youtube.com/watch?v=xqsiOr0KGPw&feature=related

Guiyang - http://www.youtube.com/watch?v=IBgfmLwBC5M

Toronto - http://www.youtube.com/watch?v=6Y1mRtZwWss

London, 02 tribute - http://www.youtube.com/watch?v=14KArDFwgrA&feature=related

Bangkok - http://www.youtube.com/watch?v=El2Yy6-OUh8

Singapore - http://www.youtube.com/watch?v=j1QxBzw5nTw

Singapore - http://www.youtube.com/watch?v=IivgETTjDwY

Amsterdam - http://www.youtube.com/watch?v=sR268JfRt6k

Hong Kong - http://www.youtube.com/watch?v=8P6R1KCzk9k&feature=related

Leicester - http://www.youtube.com/watch?v=M0Ohl-GAmrc

Bruxelles - http://www.youtube.com/watch?v=6U5t52bIU7Q&feature=related

Kazakhistan - http://www.youtube.com/watch?v=G3Bzo3JEhLY

Odessa - http://www.youtube.com/watch?v=3c2LHGKZK6U

Kenya - http://www.youtube.com/watch?v=cROn1aeyxnA&feature=related

Ghana, Cameroon, Congo - http://www.youtube.com/watch?v=hU_KdnL-LGI

Macao, Cina - http://www.youtube.com/watch?v=MnDM4-DjwdU

Brunei - http://www.youtube.com/watch?v=Df5au7nnwJw

Gampel (Svizzera) - http://www.youtube.com/watch?v=B6fsgnqS9Ts

dimanche 21 juin 2009

Il confine sottile fra terrorismo e liberazione

Il sangue zampilla dalla bocca della ragazza iraniana sdraiata inerme al suolo, divenuta il simbolo della "repressione". Ha gli occhi rivoltati e ne vediamo la morte al rallenty. Lo ammetto, ho mandato indietro il video di qualche secondo più volte perchè morire è affascinante. Il senso di colpa mi ha avvolto solo per un attimo. La vita è una giungla.
Teheran è scossa dalle rivendicazioni dei giovani più istruiti, ammaliati dai valori occidentali di autodeterminazione che sgorgano dalle fonti globali cui hanno accesso e il loro richiamo è irresistibile.
Un leader, Moussavi, sconfitto alle elezioni presidenziali da Ahmadinejad, cavalca quest'onda. Chiede il riconteggio dei voti, denuncia brogli che per quanto ne sappiamo noi potrebbero non esistere e si annuncia "pronto al martirio".

Ma chi è Moussavi? .
Durante la rivoluzione del ’79 fu tra i fondatori del partito Repubblica islamica, l’organo politico particolare del regime khomeinista.
Devotissimo dell'ayatollah Khomeini, negli anni Ottanta Mousavi divenne premier ed ebbe un ruolo di primo piano negli atti sanguinosi del regime, almeno fino al 1989, tra cui si possono contare azioni "terroristiche" all’estero (fu Moussavi a creare, tra l’altro, Hezbollah), le fucilazioni di almeno 90 mila dissidenti politici, la fucilazione di 30 mila prigionieri politici in poche settimane nel luglio 1988, l’istituzione del famigerato ministero delle Informazioni e l’inizio degli assassini di catena degli intellettuali.
Mousavi fu tra fautori della rivoluzione culturale nelle università, con assassini tra gli studenti, epurazione dei docenti "progressisti" e la chiusura delle università stesse che ha causato la fuga di milioni studenti e docenti. Il governo di Mousavi conteneva membri tra più corrotti e feroci, tra cui Reyshahri, Rafighduost, Asgaroladi. Fin dal 1989 egli è membro del Consiglio per i pareri di conformità del regime e ha partecipato a tutte le decisioni più importanti della dittatura iraniana; tra il 1998 e il 2005 ha coperto l’incarico del supremo consigliere di Khatami.

Insomma, com'è possibile che quest'uomo sia diventato l'alfiere della rivoluzione progressista e dell'emancipazione? Probabilmente l'Iran sta per essere tradito.
Mousavi riceve una sostanziale benedizione dai leader occidentali. Obama parla di "diritti " e chiede di "porre fine alle violenze", la Merkel intima di "riconteggiare i voti" - dov'era la Germania durante le presidenziali USA del 2004? - Sarkozy è sicuro da par suo dei brogli elettorali. Peres si augura che " i giovani levino le loro voci di libertà, che le donne iraniane, che sono molto coraggiose, esprimano la loro sete di uguaglianza e libertà". Come no.
Le urne hanno sentenziato che circa 2/3 degli iraniani sta con Ahmadinejad, e non è difficile crederlo. L'Iran non è Teheran. Mousavi, in una mossa senza precedenti, si scaglia addirittura contro la Guida Suprema, l'ayatollah Khamenei. E' chiaro allora che l'Occidente guarda da spettatore interessato. La presa "completa" di Moussavi, una rivoluzione che metta fine al regime dell'ayatollah, il vero detentore del potere, scenario invero improbabile, probabilmente è caldeggiata dagli Stati Uniti e da Israele, che avrebbero buon gioco nel depredare definitivamente le risorse di uno degli stati più ricchi del pianeta . E magari evitare che la Repubblica Islamica consideri di vendere il proprio petrolio in euro, vero cruccio di Obama. "Normalizzare", si dice in questi casi.
Dopo aver preso l'Iraq e l'Afghanistan, ora tocca all'Iran.
La guerra per le risorse e per il controllo geopolitico non conosce coerenza nei valori di democrazia e "libertà" di cui diciamo volerci fare latori nel mondo.
Incoerenza imperialista.
Non c'è altra definizione per questa ennesima manifestazione di doppia morale: che succederebbe in Italia se, a elezioni vinte da Silvio, si infiammasse la protesta degli sconfitti, guidati da un leader (?) pronto a tutto pur di non perdere terreno all'interno di Giochi incomprensibili alle masse; le strade in fiamme avrebbero dunque la giustificazione morale della comunità internazionale, specie in un periodo nel quale la nostra democrazia registra il minimo storico di credibilità a causa delle ben note vicende di Papi, strombazzate a catena, sospettosamente, nei giornali e nelle TV di mezzo mondo? Buono a sapersi. Dico sul serio, buono a sapersi.
La polizia e l'esercito iraniano fanno quello che farebbero anche da noi: proteggono le istituzioni.
Abbiamo forse visto qualcosa di diverso a Genova nel 2001?
Vedremo forse qualcosa di differente fra qualche settimana all'Aquila?
Provate ad avvicinarvi a un politico nostrano e contestarlo, in piazza. Chiedete spiegazioni. All'uso della voce come strumento di dissenso scatta l'identificazione da parte delle forze di polizia. E' prassi. Il codice dell'applauso.
Eppure a Genova come a Teheran ci appelliamo a valori indiscutibili, assoluti, spesso reclamati nel silenzio assordante della violenza che arriva dal basso che storicamente, e paradossalmente, è l'unica via lastricata per le rivoluzioni liberali. A cosa si deve questo disonesto rimestare l'ordine della scala di valori civili e sociali che diciamo voler esportare? Perchè questa doppia lettura, se non per un istinto predatore e di autoconservazione che accomuna le nostre istituzioni, più di quanto è lecito pensare, al regime di Teheran?
Qual è la differenza fra i "terroristi spaccavetrine" e i ragazzi di Teheran? Perchè questa empatia verso l'opportunismo di Moussavi, quando in casa nostra gli studenti dell'Onda sono stati definiti "guerriglieri, da trattare come tali" da Brunetta, il portachiavi a forma di ministro? La canzone è stonata.
E soprattutto, per quale motivo dovremmo interferire nel processo di autodeterminazione del popolo iraniano?
Come finirà? Ho idea che finirà come in Venezuela, dove il tentativo (attivo) statunitense di rovesciare Chavez nel 2002 si scontrò con un Paese che sostanzialmente stava dalla parte del proprio leader, finendo così per rimpolpare il sentimento antiamericano della popolazione. Probabilmente Mousavi verrà arrestato, oppure no. Staremo a vedere, ma la sensazione è che i primi sconfitti, comunque vada, saranno i ragazzi di Teheran.

lundi 6 avril 2009

samedi 4 avril 2009

Lesa maestà

Video


Tremonti sostanzialmente ammette che il G20, come la logica ci aveva fatto già intuire - almeno spero sia così per tutti- è una sorta di baracconata cerimoniale dove i leader si mostrano uniti e sorridenti, "si applaudono da soli", vanno a cena, prendono il thè con la regina, discutono di fronte alle prelibate pietanze stravaccati a Downing Street, fanno la foto di gruppo e immagino siano ogni momento circondati dalle carte e dai telefoni sempre accesi e da uno staff imponente che fa quel che deve fare. Ovviamente dopo cena, prima mangiano.

Nel caso di un problema così vasto e tecnico come la crisi finanziaria-economica, la comprensione ai fini di un recupero - qualsiasi cosa si intenda con questa parola vuota - è materia di competenza dei ministeri appositi che a loro volta chiedono orde di consulenze provenienti da un ristrettissimo "mondo" perchè l'argomento è MOLTO complicato, tanto che non troppi hanno la chiave e perciò non è difficile essere mal consigliati. I leader si limitano ad ascoltare o studiare il riassunto dei lavori e delle conclusioni propri tecnici, meglio se accompagnati da qualche disegnino, per poi ratificare o bocciare secondo interessi e influenze varie o per più o meno libera scelta personale.

Insomma, Tremonti percula un po' Berlusconi sulla reale capacità dei leader mondiali, presi singolarmente, anche solo di comprendere questa crisi strutturale, figuriamoci di poterla risolvere, peraltro provando a mettere le pezze. Perchè questo si sta facendo, ma è un altro discorso.
Berlusconi così si sente un po' messo all'angolo e replica con una sottilezza d'oltralpe, come i veri bulli di paese: ammansito Tremonti - che non ha osato replicare al richiamo all'ordine - ma ancora ferito nell'orgoglio da tale lesa maestà, l'affronto più grave che egli possa concepire, ha pensato bene di minacciare una giornalista a caso e ricordarci che nel salotto di casa sua si fanno le nomine Rai.
Prima o poi arriverà ad ammettere perfino che le audizioni per ministeri e scranni parlamentari al femminile si svolgono in camera da letto, è solo questione di tempo.

mercredi 1 avril 2009

La guerra delle macchine



Londra si preparava da settimane per accogliere gli uomini più potenti della Terra, almeno teoricamente.
Lo ha fatto non badando a spese, otto milioni di sterline investite solo nella sicurezza.
L'usuale balletto delle cifre sul numero dei manifestanti presenti va dalle 4.000 fino alle 8.000 persone. Le solite stime conservative a cui siamo abituati, ma constatarlo di persona fa un certo effetto. Diecimila poliziotti impegnati più cavalleria e cingolati.
Si parla anche di un morto e i servizi sui siti d'informazione ufficiale più conosciuti snocciolano tafferugli e foto che lasciano poco spazio all'immaginazione. Alle motivazioni della protesta son dedicati brevi accenni, risolti spesso nell'applicazione di un'etichetta che lascia al lettore ingenuo il compito di riempirla di significato secondo i valori di cui gli autori di "tafferugli", "scontri" e "inciviltà", a suo giudizio, possono farsi fregio. Si desume che i "no-global", gli "anarchici", gli "anti-capitalisti", i "pacifisti" e le ulteriori banali categorizzazioni siano un "rifiuto sociale" da emarginare e reprimere negli occhi di chi legge in buona fede certi articoli e servizi che fanno opinione, grondanti di subdola propaganda.

Sono andato via alle 15, dopo circa tre ore e mezzo nelle quali ho assistito a una piazza tutto sommato tranquilla perche riusciva a incanalare la protesta e il malumore nei binari della creatività, inebriata dall'euforia di avere finalmente un palcoscenico nel quale mostrarsi. C'era gente molto diversa e di tutte le età ma con un denominatore comune: la mancanza di rappresentanza. Nessuno dei 4mila, 8mila che fossero - per me erano molti di più - ha un referente al quale appellarsi. Questo è un problema. Girava ogni tanto qualcuno che nascondeva la testa sotto il cappuccio, ma l'integrità della protesta girava per la piazza a testa alta fra colori, ingegno, stramberia e tante domande ineccepibili.
Possiamo fare qualunque discorso utile a rimarcare la bassezza della violenza e del malumore che si tramuta in offesa fisica che non avremmo mai torto.
Poi però bisognerebbe andare oltre; la piazza della City che ospita la Bank of England oggi si è trovata di fronte a quesiti che è meglio non escano mai puliti da questi avvenimenti.

Le cinque uscite sono stata serrate a doppia mandata dai cordoni della polizia londinese che in uno spiegamento di forze a mio parere eccessivo rinchiudevano i manifestanti all'interno del loro territorio di protesta. La tecnica è quella del "kettling": nessuno dei manifestanti, per più di tre ore, venne autorizzato a lasciare la piazza. Si poteva avvertire il disagio di molti che si accalcavano alle uscite chiedendo di abbandonare il luogo e defluire per le vie laterali ma venivano trattenuti contro la loro volontà, tanto che l'urlo "let us out" riecheggiò più volte, ora da un angolo della piazza ora dall'altro.

«Questa è una protesta pacifica, ma ci tengono in gabbia come animali - dice un 40enneriportato dal Corriere-. Se accadranno episodi violenti sarà solo perché non ci lasciano uscire»
.
E' un po' ciò che pensavo io mentre scattavo qualche foto ai curiosi striscioni che rendevano le persone tutte da leggere, per poi trovarsi a sorridere amaro.
Sarebbe troppo facile notare la perversione retorica che si impossessa di una situazione del genere, gli slanci orwelliani possibili quando il dissenso viene fisicamente confinato in una gabbia e tenuto chiuso come un animale fino a quando, affamato e in tensione, non viene liberato per le strade. Un morto, diverse banche assaltate, decine di arresti. Eppure qualcosa non torna.

I poliziotti assiepati intorno alla piazza filmavano i manifestanti. I manifestanti, in massa, brandendo le loro macchine fotografiche e videocamere come manganelli, filmavano i poliziotti.
Tutti fotografavano tutti, ogni urlo, ogni canzone, ogni richiesta d'aiuto, tutte le provocazioni e tutti i dubbi sono stati impressi su pellicola digitale. Se negli anni '70 il movimento di protesta proclamava la sua indipendenza dal pensiero unico attraverso l'arma della liberazione sessuale, oggi è tutto nelle mani di internet, fotocamere e moderni apparecchi digitali con cui l'uomo vorrebbe, questa volta con successo, provare a posizionarsi al primo posto nella lista delle priorità. La fiducia è poca, l'avversario rodato.

Lo scenario di un mondo squarciato dalla supremazia della fredda tecnologia nei confronti della creatività umana è una macabra fantasia cyberpunk tanto cara a scrittori e registi spesso poco ispirati che inizia ad acquistare sapore, una diversa luce: a differenza di quanto pensavano, le "macchine" potrebbero essere dalla nostra parte.



dimanche 29 mars 2009

se scrivi merda su google il quarto risultato è berlusconi. mi ritrovo a cercare un lavoro nel campo dei diritti umani ma tutto sommato chi me lo fa fare. mezzanotte esatte e domani non si lavora. dopodomani invece sì.
dicono che c'è la crisi e troppi ragazzi in gamba. nessuno zappa la terra e sono tutti in città, magari con una laurea o con la convinzione che contino qualcosa. a londra tutti corrono e si agitano come sempre. nello sfondo l'evening standard svolazza con il solito titolo sulle banche e nei bus e nella metro girano tantissime copie di giornali eversivi come il london lite che si prodigano a nascondere il declino inesorabile della nostra civiltà e ad informarci delle serate di amy winehouse.
se scrivi shit su google, il quarto risultato non è berlusconi. in fondo alla pagina c'è internetisshit.org che in undici passi ti spiega perchè la rete fa schifo. lo trovo fantastico, come uno stronzo che dice sei una merda! all'altro stronzo.

jeudi 26 mars 2009

Solo un "comunista"?


Il generale in congedo Leonid Ivashov, ex Capo delle Forze Armate della Federazione Russa, oggi Vicepresidente dell’Accademia di Problemi Geopolitici.

E’ stato Capo del Dipartimento degli Affari Generali del Ministero della Difesa Dell’Unione Sovietica, segretario del Consiglio dei Ministri di Difesa della Comunità degli Stati Indipendenti (CEI), capo del Dipartimento di Cooperazione Militare del Ministero di Difesa della Federazione Russa.

L’11 Settembre del 2001 occupava l’incarico di capo dello Stato Maggiore delle Forze Armate Russe.


Comunque la pensiate sulla buona fede di quest'uomo, non lo vedrete mai su RaiUno.
Alcuni estratti del suo pensiero da un articolo che mi conforta: non sono pazzo, al massimo "comunista".

L’essenza della crisi economica si manifesta nella lotta implacabile per le risorse naturali, negli sforzi che impiegano le grandi potenze mondiali, principalmente gli Stati Uniti di America, così come alcune aziende multinazionali, per sommettere ai loro interessi i sistemi economici di altri Stati e prendere il controllo delle risorse del pianeta, soprattutto le fonti di approvvigionamento degli idrocarburi.


La distruzione del modello multipolare che garantiva l’equilibrio delle forze nel mondo ha causato anche la distruzione del sistema di sicurezza internazionale, delle norme e principi che reggevano i rapporti tra gli Stati, e il ruolo dell’ Onu e del suo Consiglio di Sicurezza.
Attualmente gli Stati Uniti si abrogano il diritto di decidere il destino di altri Stati, di commettere atti aggressivi, di sommettere i principi della Carta delle Nazioni Unite alla loro stessa legislazione.


L’analisi dell’essenza dei processi di globalizzazione, così come le dottrine politiche e militari degli Stati Uniti, dimostra che il terrorismo favorisce la realizzazione degli obiettivi di dominio mondiale e la sottomissione degli Stati agli interessi di un’oligarchia mondiale.

Questo significa che (il terrorismo) non costituisce per se stesso un attore della politica mondiale bensì un semplice strumento, il mezzo per instaurare un nuovo ordine unipolare con un centro di comando mondiale unico, per cancellare le frontiere nazionali e garantire il dominio di una nuova elite mondiale. E’ precisamente quest’ultima il principale attore del terrorismo internazionale, il suo ideologo e “padrino”. E’ lei stessa che viene rinforzata per dirigere il terrorismo contro gli altri Stati, inclusa la Russia.



L'attentato terrorista contro le torri gemelle del World Trade Center ha modificato il corso della storia mondiale distruggendo definitivamente l'ordine mondiale che era risultato dagli accordi Yalta- Potsdam; ha permesso di slegare le mani agli Stati Uniti, Gran Bretagna e Israele, permettendo loro di realizzare azioni contro altri paesi in aperta violazione delle regole dell’Onu e degli accordi internazionali; Ha stimolato lo sviluppo del terrorismo internazionale. Dall’altra parte, il terrorismo si presenta come uno strumento radicale di resistenza ai processi di globalizzazione, come un mezzo di lotta di liberazione nazionale, di separatismo, come un mezzo per risolvere conflitti tra le nazioni e le religioni e come uno strumento di lotta economica e politica.


Si tratterebbe, inoltre, di garantire a se stessa il predominio mondiale per un lungo periodo. L’invasione in Afghanistan, paese ricco in giacimenti di gas, quella dell’Iraq e forse anche quella dell’Iran, paesi che contano su riserve di petrolio di livello mondiale, così come l’instaurare un controllo militare sulle strategiche vie di trasporto di petrolio e il considerevole aumento del prezzo di quest’ultimo, sono le conseguenze dei successi dell’11 Settembre del 2001.
[...]
Ma la guerra mondiale non è ancora finita. E’ stata provocata l’11 Settembre del 2001 e non è altro che il preludio di grandi eventi che stanno per accadere.


http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=5709

dimanche 4 janvier 2009

Muswell Hill

La mia casa di Londra è in realtà una stanza perchè ancora non ho i soldi necessari all'acquisto di una casa.
La mia stanza si affaccia sul primo piano di un edificio che al pianterreno si nutre della fauna locale: pachistani, neri impomatati, bianchi cadaverici, fighette del quartiere che scommettono sul prossimo gol di Gerrard o sul cavallo più veloce o sul cricket. Bello sport di merda. Loschi figuri e brutti ceffi, inoffensivi fino a prova contraria. Dalla finestra vedo quello che approssimando è un indiano che frigge pollo, costolette e altro cibo, talmente unto che ci puoi vedere attraverso come fosse un vetro.
L'istigazione a delinquere invece è il negozio che vende SOLO alcol. E' l'unico della via e guardacaso lo vedo dalla stanza della mia casa di Londra.
Pago abbastanza di affitto ma il portoncino d'ingresso potrebbe tranquillamente cedere sotto le grinfie di un malintenzionato con una spallata ben assestata, senza neanche correre il rischio di far troppo rumore. Ironia della sorte la serratura è malconcia e la chiave si blocca, tanto che la voglia di assestare una pedata spesso è incontenibile. E sono qui solo da ieri. Però la mia stanza non è male, mi piace, se non fosse per la vetrata enorme sottilissima, ovviamente senza serrande, che rende i risvegli luminosi come fossi al Colosseo. La vetrata è enorme relativamente alla parete della mia camera, al contrario molto piccola. Il termosifone inoltre è attaccato al muro dove si appoggia pure il letto e ieri notte mi è capitato di svegliarmi: il ginocchio a contatto col metallo rovente da chissà quanto tempo iniziava a staccarsi dal femore per formare la testa di una torcia, con lo stinco a fare la parte del legno.
A parte questo mi piace la mia stanza nella casa di Londra.