vendredi 5 septembre 2008

Io traduco - 1984


Era un chiaro e freddo giorno d’aprile e gli orologi scoccavano le tredici. Winston Smith, il suo mento a strofinarsi nel petto in uno sforzo per sfuggire al vento abietto, scivolò velocemente attraverso la porta di vetro della Magione Vittoria, sebbene non così in fretta da impedire a un turbine di polvere granulosa di entrare con lui.
Il corridoio odorava di cavolo bollito e di vecchi stracci sfilacciati. Alla fine di questo, un poster colorato, troppo grande per essere mostrato al chiuso, era stato appuntato al muro. Presentava semplicemente un viso enorme, ampio più di un metro: il viso di un uomo sui quarantacinque, con un grosso baffo nero e dai tratti irregolarmente attraenti.
Winston si diresse verso le scale.
Era inutile provare a prendere l’ascensore. Anche nei giorni migliori funzionava a singhiozzo e ora la corrente elettrica veniva staccata durante le ore di luce. Ciò faceva parte della campagna di risparmio in preparazione della Settimana dell’Odio.
L’appartamento stava sette piani sopra e Winston, che aveva i suoi trentanove anni e un ulcera varicosa sopra la caviglia destra, procedette piano, risposando diverse volte durante il cammino. Su ogni piano, di fronte al pannello dell’ascensore, il poster dalla faccia enorme fissava con insistenza dal muro. Si trattava di una di quelle immagini che son fatte in modo che gli occhi ti seguano nei movimenti. IL FRATELLO MAGGIORE TI OSSERVA, recitava la didascalia sottostante.

Dall’interno dell’appartamento una voce pastosa leggeva a voce alta una serie di numeri che avevano a che fare con la produzione della ghisa.
La voce proveniva da una placca metallica oblunga simile a uno specchio opaco che costituiva parte della superficie della parete di destra.
Winston attivò un interrutore e la voce in qualche modo si abbassò, sebbene le parole rimasero distinguibili. Tale strumento (che veniva chiamato il telescreen), poteva essere abbassato, ma non v’era modo alcuno di spegnerlo completamente.
Si spostò alla finestra: una piccola, fragile figura, la magrezza del suo corpo appena messa in risalto dallA camicia blu che era l’uniforme del partito. I suoi capelli erano biondi, la sua faccia di un sanguigno naturale e la sua pelle irruvidita dal sapone scadente, dalle lame smussate del rasoio e dal freddo dell’inverno che era appena terminato.

Nota del traduttore:
Big Brother = Fratello maggiore, per dio. Devo ammettere però che Grande Fratello suona meglio
.

2 commentaires:

Unknown a dit…

mitico cla,
sappi che io apprezzo ("sempre e comunque" coem diceva quello tipo ubriaco alla sagra di Jerzu).
Fammi sapere quando emigri in terra slovena.
Ciao

claudio a dit…

ciao fili, per il verdetto definitivo dovrò aspettare il 30 settembre, il test pare un bordello, l'anno scorso sono stati ammessi 35 su circa 300 iscritti...speriamo bene, un abbraccio.