mardi 19 février 2008

I want to believe


Tre sono le sicurezze della vita: la morte, le tasse e la multa in autobus.
A pensarci bene, se il trasporto si autodefinisce “pubblico”, il biglietto deve essere considerato come una tassa.
La multa quindi è un tasso per non avere pagato la tassa.
Un tasso sulla tassa è una mora.
La multa ammonta a quaranta euro.
Quaranta euro per una mora non è tanto, specie se bona. Ma non è questo il punto: ci sono persone che narrano di aver viaggiato per anni aggratis senza pagare mai dazio; se accenni all’esistenza dei controllori si guardano attorno e sarcastiche sorridono, non sanno neanche come siano fatti. Queste persone si comportano come se il controllore fosse un alieno e tu il megalomane fanatico che ogni tanto lo avvista. Ne conosco un paio, di queste persone qui, e secondo me mentono entrambe. Tutti nella vita abbiamo avvistato un ufo o quantomeno ci siamo trovati a sperare intimamente che lo fosse, quel bagliore insignificante e breve nella notte, pur senza mai crederci sul serio. E allora, se esistono gli alieni, perché non dovrebbero esistere i controllori? Concediti quantomeno il beneficio del dubbio, dico io. Niente da fare, certe persone si rifiutano di capire.
Ho pure la ricevuta della multa, quaranta eurini che prendono il volo a bordo di una carta copiativa firmata dall’alieno in persona, ma ho la sensazione che ciò non conti, direbbero ho falsificato il modulo, che ormai su internet si trova di tutto, perfino pseudo-reliquie aliene.

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