lundi 11 février 2008

Radio Gianni

In biblioteca c'è un buffo personaggio, si chiama Gianni ed è il bibliotecario di gesso liquido che lo versi nella forma. Poi, diventa duro come una piccola statuetta e la puoi chiamare Gianni. Ha il naso bitorzoluto che impedisce agli occhiali di cascare, i capelli color paglia il baffo foltissimo e incolto, l'andatura sbilenca. E' un po' matto, ma nel senso buono, come quelle vecchiette di campagna che all'ombra del chiostro si dondolano per ore su una sedia scricchiolante. Dalle loro spalle la finestra emana sempre un odore di torta di mele che è sufficiente a saziare, tanto che se passi di là cambi direzione prima di vomitare. La vecchina urla e con voce roca si alza ti invita ad assaggiare la torta che è nel forno, agita le mani e le sue braccia sono flaccide, è animata da buone intenzioni ma è un po' matta. Non ti conosco neanche, passavo semplicemente di lì. DEVI essere un po' svitata e io a casa tua non ci entro.
Gianni non è anziano ed è una brava persona, a casa sua se mi invitasse ci andrei. L'ho visto tre volte e già so un sacco di cose su di lui: ha la moglie figlia di 24 anni il gatto la tv sposato da 30 anni nato in sardegna ittiri poi verona bla. Notare che io non ho mai chiesto nulla anche perchè a volte non capisco che mi dice, le parole si perdono fra i baffi e se posso mi evito prima che nasca la necessità di uno sforzo interpretativo.
La biblioteca non è vero come dicono stimoli il ragionamento, ampli le capacità cognitive e sviluppi le abilità di collegamento intertestuali: sarà che i libri diventano numeri su uno scaffale e che si debba parlare sottovoce, ma io in biblioteca mi lobotomizzo un tantino. Tutti bisbigliano. Psst di qua, psst, di là. Tonfi metallici di monete che tintinnano dentro i distributori, fruscio di libri, polvere, computer che bippano, non si capisce niente. Lavorarci è diverso. Devi lavorare e stare attento a non fare rumore, solo i...visitatori, clienti, lettori, bibliotecandi...bibliotecandi mi piace. Solo i bibliotecandi possono fare un po' di casino e solo loro ti riprendono quando ce n'è troppo. Paradossale. Gianni però se ne frega parla e la sua voce rimbomba. Ogni tanto cita, ama citare. La citazione è un'arte, cogliere nel pensiero di qualcun altro la didascalia dell'attimo è sinonimo di intelligenza. Si può dire che Gianni sia un'artista poliedrico. Oggi arrivo al primo piano e lo becco che disegna. Gli chiedo come va cosa fa e borbotta contento perchè, mi dice, riproduce su un foglio di carta parte dell'affresco che si trova in una chiesa a Cremona. Lo ricopia da un libro aperto. I risultati sono di dubbia qualità ma apprezzo la naturalezza con la quale mi spiega foglio dopo foglio la passione profusa all'interno di quegli stupidi schizzi da bambino. Due quadernetti pieni di bozzetti estemporanei e appunti, ognuno con un perchè invisibile a Gianni nudo. Era un tentativo di farmi entrare nel suo mondo, un privilegio concesso dall'artista al suo interlocutore, un attestato di stima poichè ritenuto capace di sintonizzarsi sulle sue frequenze. Il problema è che io non ho un gran senso dell'arte e come in un museo non afferro la particolare qualità di un dipinto rispetto al suo vicino, con Gianni mi trovo ad abbozzare sorrisi di circostanza e lanciare ipocriti segnali di intesa. Per me rimangono misteriose gran parte delle sue colte citazioni di illustri sconosciuti e quei disegni molto vicini a essere classificati come scarabocchi. Catalogati e raccolti con cura dentro un'agendina, ma pur sempre scarabocchi. Povero Gianni, ne parlo male ma è una delle persone più positive che ho incontrato negli ultimi mesi. Forse parto prevenuto perchè a Pirri un sacco di svitati si chiamano Gianni: Gianni Commissioni, Gianni Bicchiòri, Gianni Pani Tostau...ma questa è un'altra storia. Gianni non ha niente a che farci.

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