mardi 8 janvier 2008

Tu mi fai girar...


Eccomi di ritorno a Bologna.
La casa è come l'avevo lasciata: Antonio sdraiato sul divano al telefono con la ragazza.
Le lenzuola del mio letto arruffate.
Ancora i Pavesini chiusi dove li avevo lasciati.
Nessuno ha avuto la tentazione di mangiarli ma qualche anno fa non li avrei ritrovati interi: la pubblicità con Cabrini era irresistibile e mi ricordo la mandavano in onda varie volte al giorno.
Ti veniva l'acquolina in bocca mentre Cabrini addentava il biscotto e saltavano in arie tante briciole dorate, ti veniva una voglia irrefrenabile di sgranocchiarli. I Pavesini di oggi non sono un granchè, ne ho messo uno sotto i denti e la sua poltiglia non ne voleva sapere di staccarsi dai denti. Proprio ora che scrivo qualche pezzo si ostina ancora fra l'ultimo molare e il dente del giudizio.

Il punto è che quando ne davano la pubblicità in tivù il pavesino fluiva in bocca più dolcemente, ma forse è una mia impressione.


Ad ogni modo, la navetta aereoporto-stazione centrale era più affollata del solito. Un uomo dai modi effeminati, vestito in maniera ambigua, parlava con due simpatici nordafricani su come raggiungere Pesaro nel più breve tempo possibile. Forse ci sarebbero poi andati insieme, non ho ben capito. In realtà ero piuttosto scocciato perchè l'autista guidava neanche fosse Badoer a Fiorano e le valigie mi erano cascate già più di una volta addosso. Sul piede.
Un vecchio senegalese (ero certo lo fosse, da quando ho lavorato a eurodisney li distinguo) è stato molto gentile ad aiutarmi a fare strada fra i trolley ingombranti e scendere prima che venissi ghigliottinato dalle porte. A Cagliari non avrei corso nessun rischio perchè il bus aeroporto-stazione non esiste: avrei preso il taxi e allentato lo stress.

Parlo di Cagliari non a caso: ieri ero lì e oggi sono qui.

Perdire: prima sono stato a Parigi poi a Cagliari poi a Bologna poi di nuovo a Parigi poi ancora Bologna per ritornare a Cagliari e rifinire a Bologna. Peccato a Bologna non ci voglia più stare e allora si capisce la confusione. Lo so, non è molto chiaro. Ditelo a me...
Qualcuno mi dica dove abito, pretty please.


Nella foto in alto quelli sì che son biscotti, sig. Pavesi.

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