mercredi 26 décembre 2007

Da grande farò l'astronauta



Non riesco a capire per quale motivo mi si rubino le idee.
In un periodo nel quale il mio futuro è in bilico, pensavo di avere trovato la chiave: reporter d'assalto in Corea del Nord. Mi sarei intrufolato in un peschereccio giapponese promettendo di rendere ogni giorno il ponte lucido come uno specchio. D'altra parte qualcuno mi dice che rifletto troppo. Poi mi sarei tuffato in acqua a 500 metri dalla costa nordcoreana assicurando l'attrezzatura da giornalista dal contatto col Mare di Giappone. Con del cellophane. Poi avrei nuotato fino a riva, questo era il piano.
Mi intriga quel posto fuori dal mondo, dove il leader è dio e dove la coscienza è unica.
Non sanno niente dell'11 settembre, per dire una cazzata. Credo vivano in pace: la schiavitù è una romantica passeggiata mano nella mano se la libertà non riesci neanche a concepirla.
Ad ogni modo, pensavo nessun occidentale ci fosse mai stato e di avere in mano lo scoop del secolo: un reportage dall'interno sfidando la censura di Pyongyang e da vendere a peso d'oro a tutte le agenzie del mondo. Era notte tarda e vagheggiavo un po' troppo. Deliravo, e i fumi son durati sino a stamattina e al mio ritorno sulla Terra: una breve ricerca su Google scaccia sempre le mie idee strampalate. Sono già stati scritti libri, articoli, pubblicate testimonianze.
Non in quantità industriale però. Si sa poco. Quasi quasi...



Nella foto in alto, Antonio Meucci ha tutta la mia solidarietà.








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