lundi 9 juin 2008

Io traduco - Berlusconi critiqué pour un projet de restriction des écoutes



Berlusconi criticato per il progetto di limitare le intercettazioni

Il progetto di Silvio Berlusconi di limitare le intercettazioni alle inchieste riguardanti terrorismo e criminalità organizzata scontenta magistrati, dirigenti dell’opposizione e giornalisti italiani.

In occasione di un incontro con i rappresentanti degli ambienti economici, il Presidente del Consiglio ha dichiarato questo week-end che la nuova misura che dev'essere esaminata durante la settimana dal consiglio dei ministri, giungerà a “proibire in maniera assoluta” la maggior parte delle intercettazioni.
I soli dispositivi di questo tipo a essere autorizzati saranno quelli che concernono le inchieste sui principali gruppi criminali d’Italia – mafia siciliana, camorra napoletana o 'Ndrangheta calabrese – e le indagini di terrorismo, ha affermato.
Berlusconi ha dichiarato che il fatto utilizzare altri tipi di intercettazioni o di pubblicarne i risultati diventerebbe passibile di cinque anni di prigione.
L’adozione del progetto è giudicata certa, disponendo il suo governo di una forte maggioranza parlamentare.

Negli ultimi anni, le intercettazioni hanno dato luogo nel Paese a una serie di fughe di notizie clamorose, legate a delle inchieste sul vecchio governatore della Banca d’Italia, sui figli dell’ultimo re d’Italia o sul mondo del calcio.
In molti casi estratti di conversazione, a volte anche dei frammenti insignificanti privi di legami con le inchieste, sono stati riportati integralmente dalla stampa.
Questo caos di pettegolezzi ha suscitato degli appelli a un inasprimento delle regole riguardanti la tutela della privacy

Mani pulite, mani legate

Domenica però alcuni magistrati hanno affermato che avrebbero le mani legate in parecchi casi se il progetto di legge di Berlusconi fosse adottato. “L’intercettazione è fondamentale per le inchieste sui crimini più importanti, ma anche per i crimini di diritto comune qual è l’estorsione”, ha fatto notare Luca Palamara, presidente dell’Associazione Nazionale dei Magistrati.

Il dirigente d’opposizione Antonio Di Pietro, già magistrato responsabile dell’operazione Mani Pulite che fece incriminare per corruzione dei rappresentanti della vecchia guardia politica agli inizi degli anni 90, è uno degli avversari più convinti del nuovo progetto. “L’inchiesta Mani Pulite sarebbe morta sul nascere con questa legge” ha dichiarato domenica al giornale La Repubblica.
Di Pietro ha accusato Berlusconi, che è l’uomo più ricco d’Italia, di provare a far promulgare una legge che protegga i suoi partner economici o i suoi alleati politici. “E’ una legge in favore di coloro i quali fanno parte della casta”, ha detto.

I sindacati dei giornalisti ritengono che il progetto di legge limiterebbe la libertà di stampa e sanzionerebbe i reporter che pubblicano il contenuto di intercettazioni anziché colpire gli inquirenti e gli avvocati che le divulgano.
Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha difeso il progetto notando che pressappoco un terzo del budget del suo ministero è assorbito dalle intercettazioni. “E’ eccessivo e dobbiamo porvi rimedio”, ha aggiunto.

http://www.lexpress.fr/actualite/depeches/infojour/reuters.asp?id=72620

Nota del traduttore:
La butto lì come provocazione (ma fino a un certo punto): è così grande la differenza fra un'intercettazione a carico di due personaggi pubblici che, dopo essere stata lecitamente acquisita, viene pubblicata, e gli articoli di Novella 2000 con tanto di foto rubate e commenti fantasiosi? La salvaguardia della privacy a corrente alternata.
Anch'io sarei d'accordo che venga impedita la diffusione dei contenuti di conversazioni non attinenti all'indagine, ma temo che gli Itagliani sentirebbero più la mancanza di Vittorio Emanuele che parla di mignotte che di Consorte che concerta con D'Alema e Fassino.

Non distogliamo gli occhi dal reale problema, che peraltro si divide in due: da una parte il nostro diritto a sapere che viene leso, un diritto a sapere che non vegeta nell'empireo ma che si traduce nell'unico richiamo possibile al senso di responsabilità di chi viene intercettato, dall'altra l'opportunità di levare ai magistrati uno strumento FONDAMENTALE per tutti quei reati che avvengono ai piani alti (corruzione, concussione, agiottaggio, falso in bilancio e mala-amministrazione in generale). Per non parlare dei rapimenti e della pedofilia.
Qualunque cosa dica Alfano, le intercettazioni consentono di recuperare un mucchio di soldi e le spese valgono la candela.
Non facciamo neanche l'errore di demonizzare Berlusconi: il bavaglio è interesse di gran parte della nostra classe dirigente, sensibile a tutti gli argomenti che ne salvaguardino l'impunità (vedi l'indulto, la depenalizzazione dei reati finanziari, il lodo maccanico, il caso De Magistris...).

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