lundi 30 juin 2008

La profezia

Pensavo alle elezioni del 2006, quando votai Rosa nel Pugno. Imbarazzato dal quadro politico generale, decisi di affidarmi al fiato di qualcuno che dai suoi tromboni propagandistici suonava una marcia quantomeno sensata. Una musica intonata, non chiedevo altro.
Mi colpì particolarmente una figura, un giovane rampante formatosi nelle sale di registrazione della sovvenzionatissima Radio Radicale. Teneva una rubrica settimanale Stampa e Regime dove disquisiva in maniera arguta sullo stato comatoso dell'informazione italiana.
In campagna elettorale si presentava bene con quell'aria da trentenne sulla cresta dell'onda sicuro di sè; con poca sorpresa personale parlava di fecondazione assistita, di legalità, di netta separazione dei poteri fra Stato e Chiesa, aveva la reale portata del problema del sovraffollamento carcerario ed era consapevole della carica positiva che porterebbe, dal punto di vista della lotta alla criminalità organizzata e dell'ingrasso delle finanze statali, un provvedimento coraggioso come la liberalizzazione delle droghe leggere. Insomma, un rivoluzionario.
Mi conquistò e lo votai. Vai Daniele, salvaci tu!
Abbatti i preconcetti e le ipocrisie, fatti alfiere della nostra brama di giustizia, della nostra insaziabile voglia di un po' di logica a questo mondo! Beh, pensavo questo, più o meno.
Quando penso formulo frasi molto meno pompose Ad ogni modo lo votai.
Per farla breve, a distanza di due anni, vorrei che Daniele Capezzone bruciasse vivo mentre viene urinato in bocca da Pannella intanto alle prese con lo sciopero della sete.
E' diventato portavoce di Forza Italia. Portavoce di Forza Italia. Mi viene da piangere.
Oggi l'acuto yuppie radicale urla cose come:
- "Credo che sia proprio venuto il momento di fare luce sulla realtà di Di Pietro e dell'Italia dei Valori". Sigh.
Oppure altre come:
- "Non sarò candidato alle elezioni politiche del 13 - 14 aprile ma sosterrò con convinzione ed entusiasmo, come ho più volte preannunciato, il progetto del Popolo delle Libertà, il programma che è stato reso noto nei giorni scorsi, e la campagna elettorale guidata da Silvio Berlusconi".
Quando dismette il megafono padronale, ora, si dedica alla sua agenzia di stampa, piccola ma dal grande futuro. Con buona pace di Stampa e regime e della sua ironica profezia.
Radicali poco liberi.

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